La stimolazione cognitiva: cos’è?
La Stimolazione cognitiva fa parte delle terapie non farmacologiche utilizzate per il trattamento delle demenze.
È un intervento specifico personalizzato in base al soggetto che utilizza tecniche e interventi mirati e differenziati che hanno l’obiettivo di massimizzare le funzioni cognitive residue dell’individuo per mantenere il più possibile l’autonomia.
Nonostante i notevoli progressi compiuti dalla scienza e dalla medicina nel settore delle demenze, le attuali terapie farmacologiche a disposizione offrono risultati solo parzialmente positivi, mentre vari studi hanno dimostrato benefici maggiori a livello cognitivo quando vengono integrati trattamenti non-farmacologici.
Perché è importante?
La stimolazione cognitiva è un trattamento psicosociale focalizzato sulla persona piuttosto che sulla malattia, non ha effetti collaterali e non va ad interagire con i farmaci assunti dal paziente.
È un trattamento che non va ad incidere e a sconvolgere le abitudini del malato, il suo scopo anzi è quello di influenzare positivamente il suo comportamento andando a migliorare le abilità residue per sfruttarne al meglio le risorse.
Le tecniche di stimolazione cognitiva agiscono sulla stimolazione dell’attenzione, della memoria e dell’orientamento spazio temporale, ovvero la stimolazione di tutte quelle funzioni che tendono a peggiorare per prime.
In cosa consiste e quali obiettivi si prefigge
La stimolazione cognitiva si fonda sull’idea che il deficit cognitivo tipico della demenza abbia carattere modulare, ovvero che nel paziente ci siano abilità cognitive conservate.
Questo tipo di terapia permette di esercitare le abilità cognitive che la malattia ha al momento risparmiato in modo da contrastare il declino delle altre facoltà mentali e favorire i meccanismi di compensazione.
Le tecniche di stimolazione cognitiva vanno perciò ad intervenire su aree quali: l’attenzione, la memoria, il linguaggio, l’orientamento spazio-temporale.
Le attività proposte devono risultare piacevoli e mai frustranti, per questo vengono sempre scelte sulla base delle difficoltà e potenzialità della persona, possono essere ad esempio:
- esercizi con le parole per stimolare le abilità di denominazione e di comprensione
- giochi con i numeri
- esercizi sulla conoscenza e uso degli oggetti
- giochi fisici
- orientamento sulla base di indizi esterni
- utilizzo del denaro
- stimolazione sensoriale
- attività con la musica e suoni
- attività sull’infanzia
L’obiettivo che questo tipo di attività si prefiggono non è la guarigione ma un innalzamento del livello di qualità di vita, rallentando il decadimento cognitivo, riducendo lo stress, contendendo i disturbi comportamentali e contrastando l’isolamento sociale legato alla malattia.
Con chi e dove è possibile fare stimolazione cognitiva
L’offerta Caring
La terapia di stimolazione cognitiva deve essere condotta da personale specializzato e può essere indirizzata alla singola persona con demenza o ad un gruppo di persone, l’importante è che il loro livello cognitivo sia omogeneo.
Può essere condotta presso una struttura ma, nel caso dell’intervento individuale, anche a domicilio.
In quest’ottica interviene la Cooperativa Sociale Caring, esperta da sempre nell’assistenza agli anziani con patologie come demenza, Alzheimer o Parkinson.
I servizi offerti da Caring costituiscono una risorsa terapeutica importante non solo per l’assistito ma anche per tutto il nucleo familiare.
Il personale altamente formato stabilisce un piano assistenziale personalizzato alle reali esigenze del paziente e alle sue necessità, per raggiungere l’obiettivo primario della cura della persona a 360 gradi, sia sul piano fisico ma soprattutto sul piano emotivo e psicologico.